ISabato 8 Agosto ore 19.00 @Piazzale Kennedy (lato hotel bellevue) Rimini
Marcia degli e delle invisibili
La marche des invisibles
March of the invisibles
Percorso della marcia:
1 tappa/Ritrovo: Piazzale Kennedy
2 tappa: Lungomare Tintori/Parco del mare
3 tappa Piazzale Fellini
4 tappa e conclusione come le precedenti marce PIazzale Boscovich/Ruota panoramica
Il 6 agosto 2018 Bafode Camara, 22 anni, Ebere Ugjunwa, 21 anni e Romanus Mbeke, 28 anni morivano tornando a casa da una giornata passata nelle campagne di Lesina, in Puglia, a raccogliere pomodori. In una macchina che poteva tenere sette persone erano in quattordici e di questi solo due sono sopravvissuti.
Era il 9 agosto 2018 quando, con la rabbia degna di chi ha perso tre giovani fratelli, percorrevamo in centinaia le strade del lungomare affinché quelle vite non si esaurissero tra le lamiere di quel furgoncino bianco sulle quali erano stipati in quattordici.
A distanza di due anni da quella strage, nell’anno in cui la pandemia globale del Covid-19 ha messo in evidenza il nesso fra crisi sanitaria, economica, sociale ed ambientale, e di come trionfi sempre il primato dei profitti sulle persone, sentiamo il bisogno di tornare nelle strade, prendere spazio e parola, portare contenuti, riflessioni e pratiche. Per continuare a creare una memoria attiva che abbia le sue radici in quei tre nomi e che ci spinga a costruire qualcosa di diverso e a ridare dignità a chi di lavoro è morto e a chi di lavoro, di sfruttamento e di confini continua a morire ogni giorno.
Vogliamo farlo mettendo al centro la tutela e la cura di noi e della salute collettiva ma anche lo spazio pubblico che attraversiamo, quello stesso spazio che ci è stato dapprima precluso nel lockdown e che è ora investito da una feroce mercificazione e svendita, messo totalmente a disposizione dei meccanismi di estrazione di ricchezza funzionali alla ripartenza economica, al centro delle campagne di marketing turistico, sul quale si sono concentrate quasi tutte le attenzioni politiche di chi amministra il nostro territorio.
Il tutto senza un minimo accenno ad una riflessione su cosa ha prodotto e che impatti ha il modello turistico che conosciamo nella sua complessità, dalle CONDIZIONI MATERIALI DI LAVORO DI MIGLIAIA DI PERSONE OCCUPATE IN QUESTO SETTORE, OGGI PIU’ CHE MAI INVISIBILI, alle ripercussioni sulla città e chi la abita, per arrivare alla nocività nei luoghi di lavoro e non ultimo l’ambiente.
È come se la pandemia non avesse lasciato nessun lascito o monito, mostrando, attraverso la gestione della crisi sanitaria, chi sta pagando e pagherà i costi di questo stato di cose: poveri e senza diritti. In questo si inserisce anche l’ennesima politica dell’odio verso i e le migranti che si traduce sotto forma di norme, con la Sanatoria “beffa” inserita nel Decreto Rilancio, l’ennesima prova dell’incapacità politica di gestire un fenomeno che non può essere fermato con muri, centri di detenzione, respingimenti ma anche di come i corpi migranti siano sempre considerati al pari della merce. Questa Sanatoria è l’ennesima legge che non vede la persona che migra come una persona, ma la identifica come suddito o suddita coloniale.
“Le storie non sono mai spezzate, perché ci sono persone che si succedono al loro interno”. E così la nostra storia, la storia delle persone precarie, sfruttate, colonizzate, povere, invisibili è legata alla storia di Bafode, Ebere, Romanus e di tutti gli altri lavoratori e lavoratrici morti di sfruttamento o di mancanza di norme di sicurezza come la pandemia ci sta mostrando, dove i luoghi di lavoro si trasformano in focolai e luoghi a rischio per la salute collettiva. Ed è una storia che, intrecciando tanti piani e forme di oppressione, ci deve spingere a continuare a lottare per rompere i tanti ricatti che obbligano migliaia di persone ad accettare condizioni di lavoro indegne, abusi, salari da fame e nessuna misura di welfare.
Queste storie devono avere la capacità di intrecciarsi, di uscire dall’oblio e dall’isolamento, per avere la forza di strutturarsi, organizzarsi, divenire potenza che rivendica e conquista nuovi diritti, che si doti dei giusti strumenti per costruire insieme una società in cui le persone vengono prima dei profitti.
Perchè nessuno resti
solo/a, perchè nessuno più debba morire di sfruttamento e lavoro!
You’ll never walk alone. Reddito, Diritti, Dignità per tutte
e tutti!