“Siccome è una forza che può presentarsi alle elezioni non è censurabile tanto meno in campagna elettorale”, queste sembrano essere le giustificazioni della Provincia di Rimini e del suo presidente, Riziero Santi, alla concessione della sala del Buonarrivo per il comizio di Roberto Fiore.
Sono le parole che non avremmo voluto sentire ma che comunque ci aspettavamo da un esponente di un partito come il Pd che delle tante forme di legalità illegittime ha fatto scuola (Jobs act, Decreto Minniti/orlando, Decreto Renzi/Lupi solo per citarne alcune).
La sala del Buonarrivo concessa a Forza nuova con la scusa della campagna elettorale è una legalità illegittima che va combattuta da tutte le realtà politiche e sociali antirazziste, antisessiste, antifasciste del territorio senza se e senza ma, semplicemente perché non si concedono spazi pubblici e sale istituzionali ai fascisti.
Forza nuova è un’organizzazione dichiaratamente neonazista ed eteropatriarcale, basata sulla violenza sistematica contro altri esseri umani e sulla supremazia dell’uomo bianco. Non persone, camerati, come si definiscono loro, che hanno dato del traditore a Papa Bergolio, reo di aver accolto a braccia aperte, come dovrebbe fare ogni essere umano che si rispetti, la famiglia rom vittima di una violenza inaudita, quella xenofoba, solo perché avevano ottenuto regolarmente una casa popolare nel quartiere di Casal Bruciato a Roma. Non persone che volevano impedire la lezione di Mimmo Lucano alla facoltà di Antropologia della Sapienza a Roma, perché Mimmo e Riace sono il simbolo di un modello di accoglienza e di società basato sul rispetto della vita umana, della solidarietà fra gli/le oppressi, su un modello virtuoso di servizi dal basso, ma anche di una nuova etica della politica, quella che si fa carico della sofferenza delle persone e dei problemi e li trasforma in una potenza rigeneratrice. Scortati dalle forze dell’ordine e con numeri ridicoli di partecipazione sono stati poi respinti ai margini della città, come meritano, da migliaia di studenti e studentesse presenti a sostegno di Mimmo.
Le parole del presidente della provincia Riziero Santi e le sue sicure giustificazioni vanno di pari passo con le prime dichiarazioni del Comitato d’indirizzo del Salone del libro di Torino per giustificare la presenza di un editore neofascista: “Casapound non è fuorilegge, dunque può stare al Salone, basta che paghi”. Il dibattito che ha animato il settore della cultura in Italia e i fatti del salone del libro hanno portato ad un grande risultato, proprio come all’Università La Sapienza lunedì scorso, aver cacciato la casa editrice neofascista dal più importante evento del settore.
Questo deve essere l’obiettivo, chiudere ogni spazio di agibilità politica e culturale ai fascisti!
Per questo concedere una delle poche sale pubbliche in centro storico – punto di riferimento di numerose associazioni e realtà del territorio impegnate contro ogni forma di esclusione e discriminazione – ad un’organizzazione dichiaratamente nazifascista è un atto inaccettabile, perché significa dare potere e riconoscimento a queste organizzazioni, concedere un ulteriore passo nell’accettazione delle organizzazioni di estrema destra sulla scena politico-culturale italiana ed anche della nostra città. E non c’è campagna elettorale che tenga quando si parla di fascismo, non solo come dato storico ma soprattutto attuale rispetto alla fase politica che stiamo vivendo e ad una gestione sempre più autoritaria del potere e del controllo a livello globale.
L’aumento della violenza maschile contro le donne, della violenza razzista e contro le persone black o Lgbtqia+, l’aumento della disoccupazione e delle persone senza casa, le forme di sfruttamento e schiavitù e i ghetti nelle campagne, il tentativo di cancellare diritti civili e sociali, la promozione di politiche misogine e disumanizzanti che vogliono imporre un controllo sulla libertà dei corpi desideranti e la promozione di un’idea di famiglia e società patriarcale costruita intorno al suprematrismo dell’uomo bianco sono tutti segnali inquietanti, elementi che non possiamo trascurare e che dobbiamo affrontare chiamando in causa anche chi a queste idee da spazi trincerandosi dietro la legalità o la norma.
Questa non è una questione di legalità o campagna elettorale ma di fascismo e democrazia.
Per questo vogliamo che il presidente della Provincia Riziero Santi revochi come previsto dall’art. 8 del Dispositivo d’uso delle sale provinciali questa autorizzazione e qualora non lo facesse, si prenda la responsabilità politica e morale di questa scelta, ovvero aver concesso per la prima volta nella nostra città una sala pubblica ad un’organizzazione dichiaratamente neonazista ispirata ai movimenti più bui della storia Europea.
La stessa responsabilità riguarda anche il Sindaco Andrea Gnassi e il segretario provinciale Filippo Sacchetti, quello comunale Alberto Vanni Lazzaridel PD Rimini | Pagina Ufficiale che invitiamo ad attivarsi, visto che sono all’interno dello stesso Partito, e a tutti i loro rappresentanti a livello locale come la candidata alle comunali a Santarcangelo Alice Parma.
Nel frattempo mobilitiamoci, attiviamoci tutti e tutte nelle reti territoriali come hanno già invitato a fare Non Una Di Meno Rimini, Rimini UMANA, Pacha Mama Commercioequo Rimini ed altre realtà, affinché sia revocato l’uso della sala, intanto manifestando il proprio dissenso attraverso l’invio di una mail al presidente della Provincia e all’ufficio di prenotazione delle sale:
presidenza@provincia.rimini.it – prenotazionesale@provincia.rimini.it
oppure telefonando al 0541 716364.
Poi presidiando e attraversando le strade della nostra città.
More info soon!
ph da DINAMOpress