“che i giusti vadano avanti,
anche se sono imperfetti e feriti
che vadano avanti caparbi come castori,
solidali come api, agguerriti come giaguari
e impugnino tutti i loro no” Mario Benedetti
Poco fa è stata notificata, a nostro fratello Moriba, il rifiuto del rinnovo della protezione umanitaria da parte della Commissione Asilo sulla base del parere negativo, espresso dalla Questura di Rimini, nota datata 5 aprile 2016, in quanto ritenuto soggetto pericoloso per l’ordine pubblico e la sicurezza.
Moriba è simbolo di tutti quei rifugiati che nella nostra città hanno subito le politiche di emergenza, l’abbandono istituzionale, lo schiavismo in agricoltura e il razzismo di Stato e che a questi dispositivi si sono ribellati.
Ma Moriba è soprattutto il simbolo delle lotte antirazziste e per il diritto all’abitare per tutti e tutte, sempre in prima linea e impegnato nei percorsi di emersione del Lavoro Gravemente Sfruttato, per il diritto all’abitare.
Per questo è pericoloso socialmente, perchè non è un vinto o peggio una vita di scarto, perchè da nuovo cittadino ha lottato per i diritti di tutti e tutte in questa città, contro la marginalità sociale e lo stigma sui rifugiati prodotti dalle politiche vergognose della Fortezza Europa e dei Governi italiani, non ultimo il Governo Renzi, contro i razzisti e neofascisti, consapevole che loro non sono la risposta ma il prodotto delle politiche di guerra del Governo Renzi e della Giunta comunale contro i e le migranti e i poveri della città.
Moriba è uno dei tanti braccianti migranti sfruttati dalle nuove forme di schiavismo legalizzato nei campi di pomodoro a Foggia o nei frutteti a Saluzzo in Piemonte e che si sono organizzati per rivendicare i loro diritti. Come avvenuto il 12 novembre scorso, quando è sceso in Piazza a Roma insieme a migliaia di nuovi schiavi dell’agroindustria e della Logistica per difendere anche i diritti di noi precari, che non abbiamo avuto lo stesso loro coraggio contro le leggi che, come il Jobs act, barattano i diritti in nome del profitto a tutti i costi e rendono la precarietà forma di vita.
Moriba è uno di noi, abbiamo condiviso con lui tutto, i nostri affetti, il tempo della festa e quello della lotta. I nostri figli, i nostri nipoti hanno in lui un punto di riferimento importante, sempre presente.
Abbiamo riso e pianto insieme e sempre fianco a fianco abbiamo camminato per praticare e ricercare sempre la giustizia sociale lì dove i confini e le barbarie del neoliberismo si sono manifestati, consapevoli che quando si lotta per cambiare lo stato di cose presenti, sono tante le cose che si mettono in gioco.
La sua generosità, franchezza, la sua gioia, la sua forza sono per noi inestimabili.
Per questo diciamo già fin da ora che agiremo in tutti i luoghi e sedi possibili affinché questo provvedimento di revoca della protezione umanitaria sia ritirato e perchè questo attacco, che è un attacco politico da parte della Questura di Rimini alle lotte degne e al protagonismo dei nuovi cittadini nella costruzione della città del domani, non solo colpisce tutta la nostra comunità ma anche tutti e tutte coloro che credono in un mondo diverso e possibile e lo praticano.
Oggi ci riuniremo in assemblea e lanceremo degli appuntamenti pubblici ( a partire dall’ Assemblea pubblica:dal diritto all’abitare all’accoglienza degna di sabato prossimo 3 dicembre alle ore 17.00 a Casa Madiba) per fare sentire la nostra rabbia e perchè da questo attacco vigliacco, autoritario e fascista possano germogliare mille fiori, nuove lotte e un nuovo protagonismo sociale antirazzista.