Sull’abitante della Casa dell’accoglienza Andre Gallo (Don) individuata dai telespettatori di Chi l’ha Visto nella struttura per l’accoglienza degna.
Ieri sera verso le ore 23.30 una volante dei carabinieri si è recata presso Casa Don Gallo per verificare se all’interno della struttura fosse presente una donna francese di 35 anni che risultava scomparsa da più di un anno dal paese di origine e di cui i famigliari non avevano più notizie.
Ieri sera la donna era presente presso la Casa per l’accoglienza degna e non ha avuto problemi a parlare con una redattrice della trasmissione e con gli stessi carabinieri ribadendo, nel pieno della sua autonomia, di non volere riprendere alcuni contatti con la famiglia.
Il primo colloquio con la donna è stato fatto alla fine di febbraio, lei si trovava a Rimini già da sette mesi (fine agosto 2015) ed era transitata in altre strutture di accoglienza del territorio per senza fissa dimora. Disponeva di una sua auto. Era molto diffidente inizialmente nonostante la richiesta d’aiuto e non ci aveva informato di essersi allontanata da casa senza avvisare i famigliari.
Sapevamo però che non voleva avere rapporti alcuni con loro perché era emerso durante il primo colloquio e in quelli successivi. L’ingresso presso la casa è avvenuto a fine marzo 2016 all’epoca la struttura era piena anche per l’accoglienza femminile. Nonostante l’iniziale diffidenza e un chiaro disagio, ha sempre avuto un buon rapporto con tutti gli abitanti, che sono sempre stati molto protettivi con lei.
Il tempo passato insieme e le numerose attività a cui lei stessa ha partecipato in questi mesi ci ha permesso di costruire un rapporto di fiducia, non certo facile per chi decide di interrompere i rapporti e i legami con la famiglia e la vita passata. Si tratta fra l’altro di una donna colta che parla molte lingue e lavorava in ambito educativo.
Una preghiera per la stampa. Nessun sciacallaggio mediatico sulla vita di questa persona e sulla sua vicenda personale. Esiste la dignità degli esseri umani, esiste un allontanamento volontario, esiste un disagio ed esiste un lavoro che delle persone stanno facendo volontariamente per aiutare ad uscire questo disagio. Invece di accontentarsi del singolo titolo, sarebbe più produttivo cominciare a capire come mai Rimini è luogo di attraversamento di così tante persone in condizioni simili e quali percorsi di aiuto e riscatto offre il nostro territorio. Percorsi che non presuppongano l’imbarazzante requisito della residenza, della titolarità o meno di un soggiorno, dei documenti, dell’età e della condizione psicologica.
Diffidiamo pertanto chiunque ad utilizzare la vita di questa persona e la sua immagine considerando anche l’impatto che la cosa ha avuto sulla stessa in queste ore. È oramai da un anno che la donna si trova nel nostro territorio (anche le autorità ne erano a conoscenza) e se non ci fosse stata l’esperienza di Casa Andrea Gallo (Don) che ha sovvertito l’idea di un dormitorio per l’emergenza freddo per costruire uno spazio di dignità aperto h24 dove le persone sono accolte e supportate in quanto persone e non malati psichiatrici o homeless tout court – chissà dove sarebbe o cosa gli poteva accadere.
Vogliamo anche ricordare che Casa Don Gallo, attualmente minacciata da uno sfratto, è stato l’unico contesto in cui questa persona è riuscita a costruire dei legami, legami che ora ci hanno permesso di attivare anche colloqui di supporto psicologico. Cambiare i paradigma dell’accoglienza è possibile, aiutateci a farlo anche con l’informazione.
Casa Andrea Gallo (Don) #perlautonomia