Il 7 Gennaio, ore 19.30, si terrà al Bar Lento Rimini l’evento di autofinanziamento del collettivo Pride Off e Non una di meno Rimini per il progetto Cabiria (Progetto invisibile e unità di strada per sex workers) che promuoviamo nel territorio comunale con Rumori Sinistri Odv insieme alla Coop Cidas che ne è la capofila.
Partecipa per sostenere le attività di solidarietà e reti di supporto che si sono create in questi tre mesi di progetto.
Perché partecipare alla trombolata?
Con il ricavato vogliamo sostenere C@biri@, il progetto di prevenzione sanitaria pensato per le persone che svolgono sex work in strada e indoor.
Cosa facciamo concretamente? Solitamente il mercoledì pomeriggio e il venerdì notte siamo impegnate in unità di strada dove distribuiamo dispositivi di protezione per le malattie sessualmente trasmissibili e, tra un tè caldo, un dolcetto e una chiacchiera, diamo informazioni e intercettiamo desideri e bisogni. Ma questo è solo il primo contatto: da qui, si snoda infatti un percorso personalizzato su più livelli, costituito da un punto di ascolto organizzato a Casa Madiba, dall’orientamento e dall’accompagnament ai servizi socio-sanitari territoriali: momenti fondamentali per costruire relazioni di fiducia. Finora siamo entrate in contatto con circa 30 persone sex worker, quasi tutte migranti e moltissime donne trans, quindi vulnerabili da più prospettive.
Spesso le problematiche che ci raccontano riguardano solo in parte l’aspetto sanitario – a cui il progetto C@biri@ è dedicato – e spesso la risoluzione del problema sanitario stesso è vincolata a una situazione di regolarità dei documenti o di residenza; condizioni non alla portata di tutte.
Ecco allora a cosa serve il nostro contributo: a continuare a supportare e a sostenere le persone al di là e a prescindere della mancanza di risposte istituzionali predefinite. L’eccezionalità è l’unica regola!
Il progetto C@biri@ nasce dalla collaborazione tra la Cooperativa sociale CIDAS (Ravenna) e l’Associazione Rumori Sinistri (Rimini) ed è supportato dal contributo delle volontarie di quest’ultima e del collettivo Pride Off.
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