Pubblichiamo di seguito l’esposto presentato dal Centro di documentazione Francesco Lorusso di Bologna sui fatti di Villa Verucchio. Proprio in questi giorni il Comandante della stazione dei carabinieri di Verucchio è tornato in servizio, nonostante sia indagato per eccesso di difesa, abbia sparato 12 colpi, di cui 5 mortali, nessun provvedimento disciplinare è stato preso nei suoi confronti. Crediamo che sia interesse di tutta la comunità che sia fatta piena luce sulla gestione dell’ordine pubblico la sera di capodanno a Villa Verucchio.
Qui il nostro documento “Mettiamo a tacere l’odio razzista, per nuove politiche di cura“.
alla Procura della Repubblica di Rimini
Oggetto: morte di Mohammad Sitta
In relazione al noto evento mortale verificatosi a Villa Verucchio il 31.12.2024 il sottoscritto Vito Totire portavoce del Centro Francesco Lorusso espone quanto segue :
- Nel pieno rispetto della autonomia della magistratura ritengo che il “clima“ determinatosi attorno al tragico evento necessiti una nostra presa di posizione anche al fine, eventuale, di costituzione di parte civile
- Riteniamo che i mezzi utilizzati dalle forze dell’ordine debbano essere proporzionati al rischio e ai pericoli da gestire e che gli interventi debbano essere “professionali “ con disponibilità per gli operatori dei mezzi e delle risorse umane e tecniche necessarie
- Esistono linee guida per esempio riguardanti la gestione delle crisi psichiatriche che indicano le modalità di intervento comprensive del numero di operatori utili perché sia il paziente che gli stessi operatori possano minimizzare gli effetti delle azioni di contenimento; non conosciamo eventuali linee guida delle forze dell’ordine ma l’evento di Villa Verucchio fa sorgere il dubbio che siano necessarie ed urgenti “azioni di miglioramento”
- A qualunque operatore o lavoratore vengono richiesti standard comportamentali adeguati e congrui; nessuno accetterebbe che un cardiochirurgo operi in sala operatoria con un coltello da cucina…
- Sulla azione del luogotenente di Villa Verucchio : rispetto a chi ha espresso solidarietà o addirittura ha proposto encomio e sostegno alle spese giudiziarie noi non ci collochiamo in maniera speculare ed opposta chiedendo la condanna mediatica del luogotenente (la giustizia farà il suo corso e cercheremo di contribuire al provvedimento finale) ;
tuttavia : - Come al cardiochirurgo si chiede di non operare col coltello da cucina così al tutore dell’ordine occorre chiedere una valutazione rigorosa del bilancio tra l’uso dei mezzi di deterrenza e i loro effetti
- Ma al di là della “critica” alla condotta individuale (non vorremmo peraltro scivolare nello stereotipo del cosiddetto “errore umano” molto utilizzato per cercare di assolvere i datori di lavoro) nel caso di Verucchio c’è piuttosto un problema di “errore/colpa di organizzazione”
- Pochi mesi fa a Bologna è stata usata la pistola taser (e anche il peperoncino) contro un giovane in fuga da un cantiere (non entriamo nel merito della complessa vicenda); tuttavia non facciamo certo il “tifo” per la pistola taser (il nostro punto di vista anzi lo abbiamo espresso in una deposizione in tribunale relativa all’evento descritto) ma sorge spontanea la domanda: perché sparare con la “pistola tradizionale” piuttosto che usare il taser ? non esistono, al mondo , altri mezzi
meno cruenti per bloccare una condotta aggressiva e , come in questo caso, potenzialmente e concretamente omicidaria? - Questa domanda è emersa anche per un evento, pure questo mortale, accaduto a Verona qualche mese fa; è stata fatta, per quell’episodio, qualche ipotesi (giornalistica: per esempio pistola taser non disponibile?) ) ma non ci fermiamo ulteriormente su questo , per ora
- In un nostro comunicato stampa di qualche giorno fa abbiamo fatto presente che di solito un cinghiale o un orso possono essere fermati da un proiettile che veicola e inocula uno psicofarmaco che induce il sonno
- Ancora: qualunque lavoratore deve affrontare il rischio occupazionale con ddppii adeguati ; contro un coltello non esistono ddppii ?
- Il “datore di lavoro” degli operatori delle forze dell’ordine ha redatto un DVR -documento di valutazione del rischio ? sarà utile acquisirlo e leggerlo nel corso del procedimento che sarà, presumibilmente, avviato dalla Procura della Repubblica di Rimini
- Proponiamo domande che certo non si pongono coloro che vorrebbero non solo eliminare qualunque ipotesi di indagine e di sanzione ma addirittura vorrebbero elargire encomi a prescindere dallo scarto tra rischio e “rimedio” adottato
- Un esponente politico ha ipotizzato la necessità di formazione sul campo per i magistrati affinché smettano di “perseguitare” gli esponenti delle forze dell’ordine
- Noi la pensiamo diversamente e siamo convinti che “un altro ordine pubblico è possibile” e che la prassi della sparatoria evitabile non è accettabile in un paese civile quale ci ostiniamo a volere che l’Italia rimanga.
- Sulla base di questi quesiti e di queste convinzioni dichiariamo la intenzione di costituirci parte civile non “contro” chi ha aperto il fuoco ma a favore di una gestione diversa dell’ordine pubblico.
Vito Totire, medico psichiatra, portavoce Centro F. Lorusso Bologna
Bologna, 9.1.2025